Boschi planiziali di Carlino |
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La comparsa e la diffusione del Querco - Carpinetum boreoitalicum, ovvero la vegetazione caratterizzante il paesaggio della Pianura Padana in epoca preistorica, viene fatta comunemente risalire a circa 7-6000 anni a.C. In conseguenza dell'innalzamento termico e dell'aumento della piovosità, in quel periodo le latifoglie, quali tigli, olmi ma soprattutto querce, sostituirono progressivamente la preesistente vegetazione costituita da pinete a pino silvestre. Il disboscamento, i ripetuti tagli, il pascolamento, portarono ad un progressivo cambiamento dei caratteri originali di queste foreste, finchè negli ultimi cento anni la bonifica idraulica inflisse il colpo di grazia alle ultime superfici boschive. I boschi dell'ambito, insieme a pochi altri situati perlopiù nei territori dei comuni limitrofi, rappresentano quanto oggi rimane di un'antica selva denominata "Lupanica", che in periodo romano si estendeva tra l'Isonzo e il Livenza, interrotta solo dall'Agro di Aquileia e dal corso dei fiumi.
I boschi della Bassa friulana nel 1962 (da P.Paiero, ridisegnato)
Il querco-carpineto è un bosco edificato principalmente dalla farnia (Quercus robur) e dal carpino bianco (Carpinus betulus), cui si associano in maniera variabile il frassino ossifillo (Fraxinus angustifolia) nelle zone più umide, l'acero campestre (Acer campestre) e l'olmo campestre (Ulmus minor). Lo strato arbustivo è composto da specie quali Rosa canina, Rosa arvensis, Rubus caesius, Ligustrum vulgare, Euonymus europaeus, Crataegus monogyna, Corylus avellana, Cornus sanguinea, Prunus spinosa, Hedera helix, Clematis vitalba e C. viticella, Lonicera caprifolium. Nello strato erbaceo sono frequenti specie quali Vinca minor, Polygonatum multiflorum, Listera ovata, Mercurialis perennis, Melampyrum velebiticum, Campanula trachelium, Allium ursinum, Brachypodium sylvaticum, Deschampsia caespitosa, Primula vulgaris, Pulmonaria officinalis, Anemone nemorosa, Viola reichenbachiana, Polygonatum odoratum, Fragaria viridis, Symphytum officinale, Veronica chamaedrys, Asarum europaeum, Euphorbia dulcis, Galanthus nivalis, Leucojum vernum, Helleborus tenuifolius, Lathyrus vernus, Galium laevigatum, Tamus communis, Ruscus aculeatus, Ranunculus ficaria. Un aspetto particolare della flora del sottobosco è poi dato dalla presenza di elementi floristici del piano montano che vegetano qui in forza di particolarità microclimatiche connesse al regime di falda e ai fattori indotti dalla copertura arborea. Si tratta di specie quali Daphne mezereum e Lilium martagon abbastanza comuni nei boschi, Veratrum album e Hemerocallis lilioasphodelus, più rare e più legate ad ambienti decisamente umidi. La vegetazione arbustiva delle chiare boschive e delle zone marginali è data da raggruppamenti a Prunus spinosa e Crataegus monogyna, cui si associano spesso Rhamnus catharticus, Corylus avellana, Rubus caesius e Rosa sp., nonchè Viburnum opulus, Viburnum lantana, Cornus mas, Cornus sanguinea e più raramente Sorbus torminalis. Tali arbusti colonnizzarono in misura variabile le particelle boschive negli anni seguenti al taglio, tendendo poi a scomparire con l'affermazione della vegetazione arborea. Sui popolamenti arbustivi dei margini esterni dei boschi, specialmente in zone più fresche vicino ai canali, si osservano le tipiche formazioni a mantello (Concolvuletalia sepii), con specie rampiacanti quali Calystegia sepium, Clematis viticella, Lonicera caprifolium, Tamus communis, Humulus lupulus, ed erbacee come Alliaria petiolata, Aristolochia clematitis, Vincetoxicum hirundinaria, Symphytum officinale, Lamium sp., Angelica sylvestris, Solanum dulcamara ecc.
La situazione attuale
La bonifica, unita alla regimentazione dei corsi d'acqua ed al drenaggio dei suoli, ha operato una consistente semplificazione della composizione floristica di questi boschi, togliendo via via spazio alle associazioni vegetali dei suoli più umidi. Le uniche fitocenosi erbacee naturali superstiti si rinvengono in corrispondenza di radure di piccola estensione all'interno dei complessi boschivi, appartenenti al tipo vegetazionale del Molinietum. Nelle aree agricole circostanti gli unici aspetti vegetazionali di un certo pregio naturalistico e paesaggistico sono dati dalle associazioni delle fasce marginali ai coltivi e dalle rive dei fossi e dei canali di bonifica. La situazione di queste vegetazioni di margine appare peraltro gravemente compromessa a causa della generalizzata tendenza all' eliminazione degli arbusti, ritenuti di ostacolo al movimento delle macchine agricole, nonchè a causa dell'esigenza di assicurare un efficiente scolo quasi ovunque. Permane tuttavia qualche modesto raggruppamento a Prunus spinosa e Crataegus sp., ai quali si uniscono frequentemente Cornus sanguinea, Rubus caesius, Rhamnus catharticus, nonchè qualche individuo di Ulmus minor, Quercus robur ed Acer campestre, per lo più in forma arbustiva. Nell'area Chiamana, compresa tra la strada omonima e l'argine sinistro del fiume Zellina, si possono distinguere due diversi tipi di vegetazione. La zona più depressa, in parte soggetta a ristagno superficiale, viene ascritta al Phragmitetum. La zona caratterizzata da un succedersi di piccoli dossi disseminati di residui in terracotta, risalenti all'antica fornace romana che qui ebbe sede, e dal materiale di riporto degli scavi e delle scarpate perimetrali, risulta essere più asciutta e caratterizzata da un mosaico vegetazionale spesso inestricabile.
La forma di governo di questi boschi è il ceduo composto, con farnia dominante nella fustaia e carpino bianco, olmo, frassino e acero campestre nel piano dominato. Il quadro fitovegetazionale (Bolderatis, Pra Quain, Coda di Coluna, Venchiaratis) si presenta disomogeneo con molte particelle fortemente compromesse in condizioni non molto buone a causa dei frequenti furti di polloni e matricine giovani perpetrati dagli abitanti del circondario allo scopo di ricavarne pali e altro materiale da lavoro.
L'intervento
Nei primi mesi del 2005 l'Amministrazione Comunale di Carlino ha incaricato lo Studio Tecnico AgriAmbiente di redigere un progetto di taglio e di interventi di miglioramento ambientale dei boschi planiziali. Conformemente a quanto previsto dal Piano gestionale dei boschi di Carlino e in collaborazione con l'Autorità Forestale si è deciso di intervenire favorendo la conversione a fustaia con diradamenti di bassa intensità a carico sopprattutto degli individui dominati e deperienti delle ceppaie. Si è lasciata la disponibilità di circa il 50% delle farnie morte al fine di non impoverire l'habitat boschivo.
Recuperando il tradizionale uso civico del bosco comunale è stata offerta la possibilità a tutte le famiglie residenti che ne abbiano fatto richiesta (assegnatari) di avere in concessione un lotto di taglio. La legna è stata ceduta gratuitamente per le caratteristiche dell'intervento che sono principalmente di tipo naturalistico.
In alcune particelle si è deciso di non intervenire per la compromissione ormai totale delle stesse in cui si sono rilevati pochi esemplari arborei presenti e assenza di sottobosco invaso completamente dal rovo. I prati in fase di incespugliamento e di elevato valore naturalistico saranno sfalciati e progressivamente recuperati.
Le piante da tagliare sono state segnalate con un anello di vernice bianca e successivamente si è provveduto a suddividere le particelle in lotti di uniforme massa legnosa numerati ed assegnati agli aventi diritto.
Gli assegnatari dovranno seguire le seguenti indicazioni:
Cosa tagliare
Come tagliare
Come accatastare ed esboscare
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